L’“Annunciazione” di Denys Calvaert al m.a.x. museo di Chiasso

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L’“Annunciazione” di Denys Calvaert al m.a.x. museo di Chiasso
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L’“Annunciazione” di Denys Calvaert 

al m.a.x. museo di Chiasso

 

Il m.a.x. museo di Chiasso ripropone per il secondo anno un’iniziativa volta a offrire al pubblico una meraviglia legata al periodo natalizio. Si tratta del dipinto “Annunciazione” di Denys Calvaert (Anversa ca. 1540 – Bologna 1619), detto “Dionisio il Fiammingo”.

L’esposizione dell’Avvento è allestita nell’atrio del museo fino al 9 gennaio 2022 e può essere ammirata gratuitamente.
Il quadro, appartenente a un collezionista privato ticinese, viene temporaneamente trasferito dal luogo dove è custodito abitualmente, presso Swiss Logistic Center di Chiasso con cui il museo ha sancito un accordo.
La prima edizione di questo nuovo evento, che un anno fa aveva offerto al pubblico la visione del capolavoro di Peter Paul Rubens “Madonna con bambino”, ha attirato numerosi visitatori, molti dei quali hanno sostato a lungo di fronte all’opera, rapiti dalla sua bellezza. Purtroppo la chiusura forzata delle strutture museali a causa della pandemia aveva allora ridotto notevolmente il periodo espositivo.
Confortato dal successo di pubblico, il m.a.x. museo propone la seconda edizione che nasce con l’intento di rendere temporaneamente visibili al pubblico opere d’arte depositate a Chiasso e custodite in collezioni private, e dunque di contribuire alla condivisione dell’arte, della cultura e della bellezza.
Di origine fiamminga, l’autore dell’opera Denys Calvaert fu allievo di Christian van den Queborn, dal quale apprese la pittura paesaggistica. Si trasferì a Bologna, dove si cimentò nella pittura figurativa presso i maestri Prospero Fontana e Lorenzo Sabbatini e studiò le opere di Antonio da Correggio, Parmigianino e Pellegrino Tibaldi, tanto da diventare un esponente di spicco della corrente tardo-manierista bolognese.
Dopo un breve periodo di studio a Roma, aprì nel 1574 a Bologna una scuola che vantò allievi prestigiosi come Guido Reni, Francesco Albani e il Domenichino. Noto in Italia come “Dionisio il Fiammingo”, era molto apprezzato per la lucentezza cromatica dei colori smaltati, l’abilità nell’esecuzione della prospettiva, l’accuratezza dei dettagli.
Nel dipinto in mostra a Chiasso, la scena dell’Annunciazione si svolge all’interno della camera di Maria. La Vergine, sullo scalino di un inginocchiatoio, è intenta a leggere, ma viene interrotta dall’arrivo dell’Arcangelo Gabriele. Maria ha lo sguardo abbassato sul giglio bianco, nella mano sinistra dell’Angelo, posata a sua volta sul ginocchio destro: un riferimento all’Umiltà e alla Purezza, simboli imprescindibili dell’Annunciazione. Lo stesso vale per il gesto con cui Maria porta il braccio destro a sé sul petto a chiudere il velo che le scende dalle spalle, quale segno di Castità, mentre la mano sinistra poggia con delicatezza sulle pagine del libro sul leggio davanti a lei.
Anche il tema dello Spirito Santo è molto caro all’artista fiammingo ed è assai ricorrente nella sua pittura, specie in quella particolarmente ricercata e apprezzata come in questo dipinto su rame. L’opera è certamente destinata alla devozione di una esigente clientela privata; in essa emerge la cura per il dettaglio, lo splendore e l’armonia dei colori, l’esecuzione raffinata della prospettiva.
Sulla destra in alto, lo sguardo si apre verso un paesaggio urbano: è evidente l’omaggio all’Annunciazione (1582) di Federico Barocci (1535-1612) nella cui finestra si intravede il Palazzo Ducale di Urbino e che fa datare il dipinto intorno all’ultimo decennio del XVI secolo.
Il m.a.x. museo è normalmente aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 (aperture speciali: 26 dicembre, 1° e 6 gennaio).

estratto da: L’Informatore (vedi Rassegna Stampa)

 

Estratto da RSI del 3.12.2021

Estratto da tio.ch (vedi Rassegna Stampa) del 3.12.2021

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